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«Non sono veri editori»
Alberto Castelvecchi non ha dubbi: quello dei siti online che pubblicano i libri a pagamento è «il mercato vizioso e viziato dei non editori e dei non autori»

intervista di di Alice Voltolina per magazine.libero.it

Parlando di editoria online, oggi, molti fanno riferimento a tutta una serie di siti che si propongono di stamparti il libro, a pagamento: cosa ne pensa del fenomeno un editore come te?
Si tratta di un’evoluzione di quell’antico fenomeno che erano gli editori a pagamento, che non sono editori ma stampatori. Ed esistono tutta una serie di tecniche per catturare le vittime, per esempio con titoli su quotidiani tipo: “Selezioniamo nuovi autori. Inviare materiale”. E poi però ti fanno pagare. C’è da dire che dall’altra ci sono le vittime che però sono più che altro dei megalomani che finiscono col diventare complici inconsapevoli.

Cioè: di “editore” non hanno nulla…
L’editore è un imprenditore che si assume un proprio rischio economico non solo nello stampare il libro, ma anche nel promuoverlo e distribuirlo. Non è uno che lavora su commissione. La loro è pura speculazione che si fonda sulla vanagloria!

Forse chi sceglie questa strada lo fa perché non ha avuto risposte positive dagli editori e pensa di provarci così
Quello che l’acceca è la vanagloria letteraria: se è meritevole non è lui che deve spendere 6mila euro per vedere il libro stampato! Ma, come si dice: chi è causa del suo mal… Questa non è una scorciatoia, è il mercato vizioso e viziato dei non editori e dei non autori che si basa su un’imprenditorialità truffaldina e sulla vanità. Sbaglia chi crede che le case editrici siano governate da oscuri meccanismi di raccomandazioni varie.

Però sono in molti a pensarlo!
Ma non è così! Noi non congiuriamo per tenere lontano un autore valido, anzi! Per essere un autore bisogna fare anni di faticosa e lenta gavetta. Se scrivo 200 cartelle sono un autore: serve uno disposto a pubblicare, uno disposto a leggere e anche uno disposto a recensire.

Quanti manoscritti ricevi in media?
2/3 manoscritti al giorno che fanno più o meno 900 manoscritti all’anno e io con grande umiltà li prendo li esamino tutti. Mi basta poco per capire. E ti assicuro che 899 sono delle porcate indegne, un grandissimo mercato delle velleità. Ma a ognuno mando la lettera per dire: “No grazie”.

Voi siete una casa editrice specializzata in opere prime, come funziona?
Trattiamo i nostri autori come delle rockstar, con tour promozionali, un accompagnatore, un ufficio stampa, non siamo solo sistema di brutale sfruttamento! Magari gli editori sbagliano e alle volte sbagliamo libri ma ci mettiamo la faccia, il marchio e il denaro. Sono io che gli mando un anticipo più magari un piano di sviluppo, perché riconosco al libro un valore. Anche un marchio si costruisce dando botte, prendendole ma anche scegliendo gli autori, che siano validi, che siano in grado di vivere con quello che scrivono: romanzi, articoli, consulenze. Altrimenti è un po’ come pensare di fare cinema senza produttori, o fare musica pop senza arrangiatori e tecnici del suono.

Possibile che con tutti i manoscritti che ricevi sia così difficile trovare qualcosa di interessante?
Sì. Vorrei trovare in ognuno di essi il mio uovo di Pasqua. Invece. Qualche volta succede: Isabella Santacroce che può piacere o no, ma ha trovato la sua fortuna letteraria. Due ore dopo che avevo aperto il pacchetto l’ho chiamata e gli ho mandato il contratto. Poco dopo ha ricevuto una proposta da Einaudi.

Esiste però un vastissimo sottobosco letterario in Italia, che si muove anche sul web e che nasce a volte sul web.
Ne parlavo proprio poco tempo fa con Roberto Cotroneo (Questo amore, Se una mattina d’estate, L’età perfetta, solo per citarne alcuni, ndr): mi parlava di un libro di una casa editrice milanese, la Gammalibri, che parla proprio del sottobosco letterario. In effetti ci sono, oggi, autori che nascono prima in rete, sui blog. Pulsatilla, per esempio, è la più venduta, si parla dell’ordine delle 100mila copie: ecco lei nasce da un blog. Poi c’è anche la più famosa Pornoromantica . Oggi il web è diventato un enorme sterrato di caccia!

E le vendite online?
In America si parla di 200mila dollari in un giorno. Da noi invece si vende ancora pochissimo. Poi c’è anche un minuscolo mercatino dedicato al podcasting, ma è poca cosa sui 4 miliardi di euro! Invece all’estero, nel mercato inglese e tedesco, ci sono case editrici anche piuttosto importanti che fanno sono editoria audio, coi pod-digitali audio.

2 Comments

  1. Intervista puntuale e interessante. Noi librai siamo sommersi di proposte di novità editoriali (grandi editori) mediamente mediocri; con gli altri duemilioni di autori nuovi sarebbe meglio aprire solo megastore!!
    Ottima intervista.
    Michele

  2. Sono d’accordo in linea di massima, pero’ ritengo che sia opinione troppo severa. Se Lampedusa avesse avuto la possibilita’ di pubblicare in internet e l’avesse fatto, avrermmo letto il suo libro anni prima. Personalmente trovo spaventosa l’idea che da qualche parte un capolavoro sia stato bruciato perche’ bocciato da un editore che non l’ha capito. Che ben venga dunque l’autopubblicazione. Personalmente la trovo un passo in avanti. Se il libro non vale non si vendera’ e verra’ dimenticato.


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